mercoledì 13 aprile 2011

ROM E SINTI

L'8 aprile scorso si è celebrata la Giornata Internazionale dei Diritti dei Popoli Rom e Sinti.
Tali celebrazioni secondo me sono del tutto inutili, e questa in particolare, perchè ogni giorno della vita reale di una persona di etnia Rom o Sinti è contrassegnato da pregiudizi e sguardi sospettosi.
Molti criticano il fatto che i Rom non vogliono lavorare, non si omologano al modo di vivere della maggioranza.
Ma non sarà vero il contrario?
Quanti datori di lavoro sarebbero disposti ad assumere un Rom?
Quanti si sforzano di capire o quantomeno conoscere la loro cultura?

Questa è una poesia scritta da Vittorio Mayer Pasquale.
La nostra società farebbe bene a prendere qualcosa dal loro modo di concepire la vita:

"Noi zingari abbiamo una sola religione:
la libertà.
In cambio di questa rinunciamo
alla ricchezza e al potere,
alla scienza e alla gloria.
Viviamo ogni giorno come se fosse l’ultimo.
Quando si muore, si lascia tutto:
un miserabile carrozzone come un grande impero.
E noi crediamo che in quel momento
sia molto meglio essere stati zingari che re.
Noi non pensiamo alla morte.
Non la temiamo. Ecco tutto.
Il nostro segreto sta nel godere ogni giorno
le piccole cose che la vita ci offre
e che gli altri uomini non sanno apprezzare:
una mattina di sole,
un bagno nella sorgente,
lo sguardo di qualcuno che ci ama.
E’ difficile capire queste cose, lo so.
Zingari si nasce.
Si raccontano strane storie sugli zingari.
Si dice che leggano l’avvenire nelle stelle
e che possiedano il filtro dell’amore.
La gente non crede alle cose che non sa spiegarsi.
Noi invece non cerchiamo di spiegarci le cose in cui crediamo.
La nostra è una vita semplice, primitiva.
Ci basta avere
per tetto il cielo,
un fuoco per riscaldarci
e le nostre canzoni quando siamo tristi."

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