giovedì 15 novembre 2012

CAOS CALMO


Come ogni mattina mi alzo dal letto
controllo il mio aspetto
ripeto a me stesso il concetto
che sono un inetto
se messo al cospetto
di gente “per bene”
in giacca e cravatta
che urla e che imbratta
che parla a comando
con frasi d’incanto
più vuote di un sacco
di un pugile fiacco
coperto di firme, di droghe e di mille
pensieri distorti,
di volti corrotti
che fanno i puliti
soltanto se ridi
e continui a girare
il loro infernale
sistema virtuale
in cui sei la pecora
e loro il maiale,
poi appena sollevi
lo sguardo dai pesi
di un sogno stuprato
dal loro “mercato”
di un degno vissuto
che hai programmato
e preventivato,
pensando di essere considerato
un essere umano
con pregi e difetti
doveri e diritti,
ti svegli distrutto
ti accorgi che il tutto
non è proprio niente
ma sudi e ti sbatti
soltanto per gente
che chiagne e che fotte
che dice che lotta
per un tuo diritto,
che si sente assolta
ma invece è coinvolta
per sempre coinvolta
in un’ormai guerra
fra generazioni,
diventan leoni
se provi a cambiare
la logica “anale”
che ci hanno inculcato
per cui sarai grato
ad un diplomato
che fa il militare
con un laureato
che è specializzato
ma che era pagato
soltanto al call center,
ha chiuso la mente,
ha preso la spada
dell’auricolare,
si è messo a lottare
riuscendo a pagare
almeno l’affitto,
vi prego stia zitto
chi negli anni Settanta
ha avuto l’onore
di un calcio nel culo,
ma non da uno sbirro,
da un tizio distinto
che gli ha regalato
un posto più fisso
del pensiero nostro
del terrore secco
di esserci persi
in un labirinto
di un mondo ormai finto
e finito e sfinito
di sa solo Dio quale altra ragione
riuscire a trovare
per non rinviare
la nostra immorale immeritata
voglia di essere vita
banale e semplice ed immotivata
finchè non avremo deciso
il momento preciso
in cui sarà l’ora di farla finita.