"Restiamo umani" era la frase che concludeva ogni suo messaggio audio o articolo scritto sul suo blog guerrillaradio.iobloggo.com.
Avevo scoperto Vittorio Arrigoni alcuni mesi fa, e non c'era giorno che non leggessi le sue preziose testimonianze dalla striscia di Gaza e i suoi aggiornamenti sulla pagina Facebook, che spesso annunciavano bombardamenti israeliani sui civili o proiettili rivolti a contadini e pescatori palestinesi.
Mi piaceva il suo stile, sobrio ma rabbioso al tempo stesso.
E per questo lo leggevo con grande piacere, proprio perchè condividevo lo stile e le motivazioni della sua indignazione nei confronti dell'occupazione israeliana a Gaza.
Oggi, quando ho letto della sua morte, sono scoppiato in un pianto improvviso.
La notizia mi ha davvero impressionato.
Già da ieri pomeriggio avevo iniziato a leggere in modo compulsivo gli aggiornamenti circa il suo rapimento.
Mi ha sconvolto la rapidità e l'ingiustizia di questo omicidio.
Mi è stata tolta una parte della mia giornata, quella che dedicavo ad informarmi in merito alla situazione in Medioriente, quella che proveniva da una persona che sentivo vicina, che aveva avuto il coraggio e la capacità di realizzare quello che era stato anche un mio sogno: essere un apolide che imbraccia l'arma della non-violenza e che sta dalla parte delle vittime.
Il fondamentalismo islamico e l'imperialismo sionista non vinceranno.
Restiamo umani.
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