martedì 6 settembre 2011

TASSATEMI, SONO RICCO


Alle prese con i bilanci per il 2012, molti paesi europei preparano misure di austerity che peseranno soprattutto sulla classe media. Un movimento trasversale di milionari propone invece di cercare i fondi tra i redditi più alti, nella speranza di proteggere la crescita.
In principio era Warren Buffet. L'imprenditore statunitense e i suoi amici hanno ammesso di essere stati "coccolati troppo a lungo da un Congresso amico dei miliardari". Poi è arrivata Liliane Bettencourt, la donna più ricca di Francia, che l'anno scorso è finita al centro di uno scandalo fiscale. Insieme ad altri 15 miliardari francesi ha chiesto di pagare una tassa speciale per aiutare la Francia a venire fuori dalla crisi finanziaria.
Persino un italiano ha seguito la tendenza. Il boss della Ferrari ha infatti dichiarato che, essendo ricco, è "giusto" che paghi più tasse. Infine, mentre Francia e Spagna pensano di introdurre una tassa sulla ricchezza, un gruppo di 50 tedeschi si è unito al movimento "tassatemi di più" invitando apertamente Angela Merkel a "impedire che lo scarto tra i ricchi e i poveri continui ad aumentare".  
Il gruppo tedesco, Vermögende für eine Vermögensabgabe ("I ricchi per la tassa sul capitale") è soltanto l'ultima manifestazione di un sentimento che sta coinvolgendo alcuni individui più che benestanti, convinti che il denaro in esubero nei loro conti bancari possa servire a mitigare, se non proprio a risolvere, la crisi finanziaria che sta martoriando i loro paesi.
"Nessuno di noi è ricco quanto Buffet o Bettencourt", sostiene il fondatore del movimento tedesco Dieter Lehmkuhl, un medico in pensione con un patrimonio di 1,5 milioni di euro. "Siamo un gruppo eterogeneo: insegnanti, medici, imprenditori. La gran parte del nostro patrimonio è ereditato. Ma abbiamo più soldi di quelli che ci servono". Secondo il manifesto del gruppo la Germania potrebbe racimolare 100 miliardi di euro se i più ricchi accettassero di pagare una tassa del 5 per cento per due anni.
Lunedì Lehmkuhl ha rinnovato il suo invito al governo a riconsiderare la politica fiscale, già rivolto alla cancelliera due anni fa. Attualmente i tedeschi più ricchi vengono tassati al massimo del 42 per cento. Il tetto fiscale del 53 per cento istituito da Helmut Kohl è stato infatti abbassato dal suo successore Gerhard Schröder.
"Vorrei dire ad Angela Merkel che la soluzione per i problemi fiscali della Germania e per il nostro debito pubblico non risiede nei tagli massicci alla spesa, che colpirebbero in maniera sproporzionata i più poveri, ma nell'aumento delle tasse per i più ricchi", ha spiegato Lehmkuhl. "Si continua a parlare di pacchetti di salvataggio, ma non di aumenti delle tasse. Eppure è questa la soluzione per tirarci fuori da questo disastro. I soldi stanno lì, nelle tasche dei ricchi. Bisogna fare qualcosa per evitare che lo scarto tra i ricchi e i poveri continui ad aumentare".
Secondo i piani del gruppo la nuova tassa verrebbe applicata soltanto agli individui con un patrimonio superiore ai 500mila euro. Il capitale oltre questo tetto verrebbe tassato del 5 per cento nei primi due anni e dell'1 per cento (o più) in seguito. La settimana scorsa il presidente francese Nicolas Sarkozy ha proposto una soluzione simile: una tassa temporanea per i più ricchi, sotto forma di "contributo eccezionale" del 3 per cento da parte di chi guadagna più di 500mila euro all'anno. Con ogni probabilità la tassa non resterebbe in vigore oltre il 2013.
Tuttavia la proposta di Sarkozy è stata definita priva di senso da alcuni membri del suo stesso partito. La sinistra la considera una cortina fumogena per le esenzioni fiscali per miliardi euro concesse ai ricchi, mentre la nuova tassa porterebbe nelle casse dello stato appena 200 milioni. Secondo Chantal Brunel, parlamentare del partito del presidente (Ump), è necessario che il livello delle tasse "sulle grandi fortune" sia più alto, perché "i ricchi devono partecipare di più".

Montezemolo scende in campo

In Italia uno dei cittadini più ricchi si è fatto avanti offrendosi di pagare più tasse, a condizione però che il governo di Silvio Berlusconi intraprenda un ampio programma di riforme in senso neo-liberale. Luca di Montezemolo, presidente multimilionario della Ferrari, ha avanzato la sua proposta in un'intervista a La Repubblica pubblicata il 18 agosto.
Montezemolo, sulle cui ambizioni politiche circolano da tempo voci insistenti, ha invitato il governo a finanziarsi con la vendita di beni immobiliari e riducendo gli enormi privilegi della classe politica italiana. "Poi, ma solo a quel punto, se serve un contributo da parte dei cittadini, bisogna cominciare a chiederlo a chi ha di più, perché è scandaloso che lo si chieda al ceto medio". Le dichiarazioni di Montezemolo sono precedenti all'attacco dei mercati all'Italia, causato dai timori sul gigantesco debito pubblico del paese. Il presidente della Ferrari aveva proposto una tassa sugli introiti annui tra i 5 e i 10 milioni di euro, ma si è scontrato con un "assordante silenzio".
In Spagna il governo socialista starebbe considerando la reintroduzione di una tassa sulla ricchezza eliminata appena tre anni fa. Secondo alcuni esperti con la tassa patrimoniale (esclusa la prima casa) il governo incasserebbe fino a un miliardo di euro dai 50mila cittadini più ricchi del paese. Il ministro delle finanze Elena Salgado ha dichiarato ufficialmente di essersi pentita di aver abolito la tassa. Alfredo Pérez Rubalcaba, candidato premier socialista per le elezioni del 20 novembre, ha già promesso che aumenterà le tasse per i più ricchi.
A metà agosto Warren Buffett ha ammesso al New York Times di essersi sentito in colpa per aver pagato soltanto il 17,4 per cento di tasse (6,9 milioni di dollari), quando i suoi impiegati versano in media il 36 per cento. Dopo l'intervista al quotidiano newyorchese è stato preso in giro e attaccato da più parti. Il miliardario americano aveva suggerito un aumento delle tasse sul reddito e sugli investimenti per chi ha introiti tassabili superiori al milione di dollari, ovvero lo 0,2 per cento di coloro che nel 2009 hanno presentato la dichiarazione dei redditi. L'articolo del New York Times è stato aspramente criticato. "Ipocrita", l'ha definito il New York Post. "Gli interessa di più corteggiare Obama – che ha trasformato l'attacco ai 'milionari e i miliardari' nel principale argomento per la sua rielezione – piuttosto che contribuire personalmente", ha accusato il quotidiano.
Harvey Golub, ex amministratore di American Express, ha dichiarato al Wall Street Journal: "Prima di chiedere di pagare più tasse, pensate a incassare in modo più equo i 2,2 trilioni di dollari che ricevete ogni anno e a spenderli meglio". (Helen Piddtraduzione di Andrea Sparacino)

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